I risultati del Rapporto Smart City Index 2020: Catania al penultimo posto

Le sfide affrontate dalle città stanno cambiando rapidamente. Non sono solo più complesse, ma anche specifiche per ogni luogo. Nonostante le diversità, c’è un aspetto che accomuna tutte le province italiane: l’impegno per l’ecosostenibilità. Lo Smart City Index è uno strumento elaborato da Ernst & Young per fare il punto della situazione e individuare nuovi modi per crescere.

Cos’è lo Smart city Index 2020

Lo Smart City Index analizza lo stato delle reti e delle infrastrutture di tutte le città italiane e, sulla base di questi indicatori, stila una classifica aggiornata. Sono presi in considerazione il numero di hotspot WiFi, di edifici intelligenti, di progressi nei trasporti, nel settore dell’energia e nel rispetto dell’ambiente.

L’Italia e la situazione della Sicilia

In Italia, le città in cima alla classifica sono Trento, Torino, Bologna, Mantova e Milano. Spicca il fatto che si trovino tutte nel nord Italia.

Catania, una delle principali città del sud Italia, si trova al penultimo posto nel 2020: a quanto pare non ha superato l’esame in mobilità, ambiente, acqua, verde e rifiuti. Detto in altre parole non è una città ecosostenibile. In generale, la situazione in Sicilia potrebbe andare meglio: Agrigento, la città messa meglio, è al 66° posto, Ragusa al 79° e Caltanissetta al 92° (qui è possibile leggere la classifica completa).

Se la Sicilia è stata bocciata soprattutto per quanto riguarda i trasporti e le infrastrutture (mentre la maggior parte delle città italiane, per lo più nel nord Italia, ha visto una diminuzione delle auto in circolazione, nel sud Italia il traffico si è intensificato), migliore è la situazione delle energie rinnovabili.

Al 30 novembre 2018, sull’isola erano presenti 52.000 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di oltre 1389 Watt e più di 900 impianti eolici per una potenza elettrica superiore a 1828 Mw. Un punto di partenza da cui iniziare il rinnovamento. Anche perché la Sicilia è la regione con più sole durante l’anno e può vantare un potenziale davvero enorme.

Come si può salire nella classifica rendendo le città più sostenibili

Migliorare la qualità dell’ambiente urbano è diventato un obiettivo importante per gli attori della politica attuale. Ma assicurarsi che le politiche urbane siano coerenti è una sfida. Ci sono molte istituzioni – sia settoriali sia territoriali – che hanno obiettivi diversi e le politiche sono spesso attuate in modo indipendente e con effetti contrastanti.

Le questioni urbane sono implementate localmente pur avendo un livello di riferimento europeo, quando servirebbe un efficace coordinamento in tutte le direzioni e a tutti i livelli: a livello regionale, a livello di Stati membri e in Europa.

Ciononostante, occorre investire sulla mobilità sostenibile (aumentare le piste ciclabili e pedonali, ad esempio) e sulle energie rinnovabili. Bisogna partire da articoli come questo, che ragiona sul ruolo dell’energia verde e di come questa possa influire sui consumi domestici. Occorre innovare. Cercare soluzioni alternative, a partire dall’intensificazione del trasporto pubblico sarebbe vantaggioso anche per il turismo.

È importante che si investa sulla tecnologia, un settore che permette alle città di diventare sempre più efficienti e intuitive: una rete di trasporto e comunicazione integrata consente di risparmiare tempo, energia e denaro. La digitalizzazione non si limita a migliorare le città: migliora la qualità della vita

Conclusioni: che fare dunque?

Le strategie chiave per raggiungere l’obiettivo di città più “verdi” possono contribuire a ridurre il consumo di risorse come acqua ed elettricità, a migliorare la gestione dei rifiuti e a creare sempre più edifici ecologici capaci di utilizzare materiali naturali nella loro struttura. Senza dimenticare il fatto che investire in ricerca, sviluppo e innovazione potrebbe essere non solo utile all’ambiente e alla qualità della vita (già di per sé, cose non da poco), ma anche redditizio.

Silvia

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